Penultimo appuntamento alla libreria Rizzoli con due autori molto distanti tra loro, il giornalista televisivo Vicente Vallés, al suo primo romanzo, e la scrittrice, e creatrice di Lolita Lobosco, Gabriella Genisi.
Articolo di Vittoria Villa

La giornata di Sant’Ambrogio ha regalato a un pubblico eterogeneo, ma unito dall’amore per letteratura, un doppio incontro alla libreria Rizzoli. Tre i libri presentati: Operazione Kazan, Terrarossa e Lo scammaro avvelenato. Il primo titolo è firmato dal tele-giornalista e saggista spagnolo Vicente Vallés. Il secondo e terzo segnano il ritorno del vicequestore Lolita Lobosco e, dunque, della sua creatrice Gabriella Genisi.

Opere diverse, temi diversi, stili diversi. E se per Genisi non si tratta di una novità, il fortunato ciclo di libri (alcuni adattati per una serie televisiva) festeggia ormai dodici anni di vita, quella di Vallés rappresenta certamente una nuova avventura, prima incursione nel romanzo dopo aver realizzato saggi di politica internazionale.

Aldo Giannuli, esperto di spionaggio e geopolitica, ha preso parte con passione all’incontro che ha visto Vallés protagonista. Lo studioso e saggista ha stimolato l’autore con domande e riflessioni, focalizzandosi in particolare sull’aspetto storico del romanzo.

Perché proprio un romanzo? Vallés parla di un «attacco di temerarietà», un modo per mettersi alla prova. Inoltre, un testo che si occupa di studiare le ingerenze politiche nei paesi occidentali (protagonisti della vicenda sono infatti Russia e Stati Uniti), se raccontato sotto forma di saggio, avrebbe rischiato di subire duri attacchi e proteste. Attraverso il romanzo, Vallés ha potuto dedicarsi alla creazione di un libro che poggia le sue basi sull’evoluzione del rapporto politico tra due paesi, Russia e Stati Uniti, che dalla Seconda Guerra Mondiale alla Guerra Fredda, hanno acuito le ostilità. Vallés parla, allora, di una doppia sfida: evitare errori dal punto di vista storico, pur mantenendo una continuità logica dall’inizio alla fine. A volte la fantasia è più complessa della realtà.

Ne è ben consapevole Genisi, come anticipato, protagonista del secondo incontro presentato da Isabella Fava. Per la scrittrice, la creatività è il fondamento della fortunata serie di romanzi che hanno portato la sua protagonista, Lolita Lobosco, ad assumere il volto di Luisa Ranieri nell’omonima serie Rai, la cui seconda stagione andrà in onda dal prossimo 8 gennaio.

Terrarossa e Lo scammaro avvelenato: due romanzi che fondono la doppia anima della scrittrice. Da un lato c’è il delitto, seguito con serietà e attenzione dal vicequestore Lobosco. Le indagini, però, vengono affiancate dalle scene di vita privata di Lolita, le sue storie d’amore, gli intrecci famigliari e il suo amore per la cucina italiana.

Basti pensare a Lo scammaro avvelenato: si tratta di un piatto tipico della cucina del sud, una frittata di pasta che è un vero e proprio peccato di gola. Ma il pericolo è dietro l’angolo: ed ecco che lo scammaro viene avvelenato da un potenziale assassino. «Quando scrivo sento le voci dei protagonisti», sostiene Genisi, che con Lolita Lobosco ha voluto dar vita a un personaggio femminile poliziesco fuori dai canoni, «una figura di rottura». Una decisione che ha dato i suoi frutti, rendendo Genisi un’autrice apprezzata da un pubblico vasto e appassionato, in attesa di seguire la prossima indagine dell’amata Lolita Lobosco.

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