L’opera seconda di Claudio Amendola
Il video diario di Cinecittà News

Giornalista Gabriella Giliberti
Autrice Margherita Bordino
Operatore Marco Cappellesso
Post-produzione Giulio Riservato

Torna nuovamente dietro la macchina da presa, questa volta anche come attore,
Claudio Amendola con il noir Il permesso. 48 ore fuori. Ad accompagnare Amendola nella recitazione troviamo Luca Argentero e i giovani Giacomo Ferrara e Valentina Bellè, mentre nella sceneggiatura c’è il supporto di Giancarlo De Cataldo assieme a Roberto Jannone. Tre uomini e una donna. Due generazioni a confronto. Una storia corale di riscatto personale ma anche di speranza. Un film che vuole rendere omaggio, come lo stesso Amendola afferma durante l’incontro con il pubblico presso la IULM di Milano, la regia di Caligari e lo stile western musicale di Sergio Leone e Ennio Morricone. Una pellicola intensa, raccontata con realismo, e che segue costantemente i suoi protagonisti nelle loro contraddizioni e disperazioni, scelte difficili e vite in bilico. Una storia che porta, tutti i personaggi, verso obiettivi differenti, alcuni dei quali capiti solo quando il diritto più grande di ogni uomo viene vietato: la libertà. Il permesso. 48 ore fuori è un film viscerale, capace di coinvolgere un target piuttosto vasto ed entusiasta della seconda opera di Amendola.

Articolo di Michela Greco, Cinecittà News
«Questo è soprattutto un grande film d'amore, perché è l'amore che spinge tutti i personaggi, che si tratti dell'amore per un figlio o per una donna». Al suo secondo film da regista dopo la commedia La mossa del pinguino, Claudio Amendola cambia genere e vira verso il noir con Il permesso. 48 ore fuori, che ha presentato in anteprima al Noir in Festival allo IULM di Milano in compagnia del suo produttore Claudio Bonivento e del suo giovane protagonista Giacomo Ferrara.

«Edoardo Leo mi fece leggere la sceneggiatura che poi è diventata il mio esordio alla regia - ha raccontato l'attore-regista - in un momento in cui sembrava che in Italia si potessero fare solo commedie. La mossa del pinguino era la storia di quattro personaggi in cerca di riscatto e avevo trovato grande umanità e dolcezza in quel racconto. Con Il permesso ho fatto qualcosa che amo da sempre, cioè il cinema di genere, partendo da un soggetto di Giancarlo De Cataldo in cui ho trovato, di nuovo, qualità dei sentimenti e dei personaggi».

Il permesso si svolge tutto nell'arco dei due giorni di permesso che quattro detenuti hanno dal carcere di Civitavecchia: c'è il cinquantenne Luigi (Claudio Amendola), che torna da moglie e figlio ma trova quest'ultimo incastrato in una situazione pericolosa; c'è il 35enne Donato (Luca Argentero), che corre a cercare la donna che ama; c'è la venticinquenne Rossana (Valentina Bellè), disinibita figlia di ricchi che è stata arrestata per traffico internazionale di droga e c'è Angelo (Giacomo Ferrara), suo coetaneo di borgata finito tra le sbarre per una rapina. «Avevo già fatto due film con Luca Argentero - ha raccontato Amendola - e ho sperimentato la sua grande professionalità e il suo talento. Ho voluto dargli un'occasione in più per dimostrare ciò che sa fare con un ruolo diverso rispetto a quelli che gli offrono sempre, e lui ha accettato con entusiasmo». Il galeotto Donato, infatti, è un uomo possente, "sporco" e silenzioso, capace di esplosioni di violenza improvvise e feroci.

Giacomo Ferrara, giovane interprete di Angelo, è stato notato dal regista sul set di Suburra, e ne Il permesso l'attore lo ha ripagato con un'ottima interpretazione da borgataro, con un sapore "alla Caligari": «È decisamente un mio autore di riferimento - commenta Amendola - mi ha colpito moltissimo Non essere cattivo, così come mi erano piaciuti molto i suoi film precedenti». Il permesso. 48 ore fuori arriverà nelle sale con Eagle Pictures tra fine febbraio e inizio marzo.


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