Intervistata da John Vignola, Lisa Jewell ha presentato al pubblico italiano La famiglia del piano di sopra.

Lisa Jewell è stata tra le protagoniste domenicali delle Conversazioni. Nel dialogo con John Vignola, ha presentato La famiglia del piano di sopra, novità editoriale in Italia per merito di Neri Pozza. Un libro del quale è già previsto un seguito, The Family Remains.

«La figura di Lucy – ha raccontato Jewell, a proposito di un personaggio del romanzo – è ispirato a una persona che ho visto di sfuggita quattro anni fa, quando ero in vacanza al mare a Nizza con la mia famiglia. A un certo punto mi è capitato di volgere lo sguardo su una donna piuttosto dimessa che si tirava dietro due bambini e si recava in modo apparentemente furtivo verso le docce dello stabilimento balneare. Mi sembrava evidente che non avesse il permesso per accedere in quella zona destinata solo ai soci. Questa immagine mi ha accompagnata per parecchio tempo. Non saprei spiegarlo, ma quella donna per me era un’inglese che aveva alle spalle una qualche storia difficile. E poi, sempre nella mia testa, la vedevo bambina che fuggiva da una casa senza scarpe di notte. E così, è diventato necessario capire da chi scappasse e cosa fosse accaduto in quella casa».

Uno dei temi principali individuati da Vignola nella scrittura di Jewell, è il contrasto tra i ricchi e quelli che per mantenersi devono lavorare. E anche La famiglia del piano di sopra non fa eccezione. «La famiglia di cui si parla è ricca – ha spiegato l’autrice inglese –. Henry ha ereditato la fortuna di suo padre e nella sua vita non ha mai dovuto preoccuparsi di niente. Sposa Martina e insieme vivono in una casa lussuosa. Possiedono molti soldi ma non hanno granché da fare. Non sono nemmeno tanto intelligenti, anzi. Insomma, la loro vita non ha un grande scopo. E proprio in una situazione del genere, può accadere che si insinui una figura più carismatica, che riesce a riempire questo vuoto con menzogne e molte fantasie manipolatorie. Certo se loro non fossero stati ricchi tutto quello che accade dopo non sarebbe successo. In tal senso, la ricchezza è un elemento centrale. Libby, in contrasto netto con Henry e Martina, si guadagna da vivere. Lavora e quando, a sua volta, eredita quella casa, compie un percorso diverso».

Per una strana quanto sottile coincidenza, anche altri libri hanno consegnato alla casa un ruolo da protagonista, dal Premio Scerbanenco Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi a L’altra casa di Simona Vinci. Non poteva mancare, dunque, una domanda sulla pandemia e lo stato di isolamento forzato nel quale si è trovata gran parte dell’umanità.

«Il libro è uscito nel 2019 ed era ancora negli scaffali nel 2020 durante la pandemia. Dava i brividi vedere questi personaggi chiusi in una casa come lo eravamo noi nella realtà. A posteriori si potrebbe parlare di una anticipazione della realtà, ma nel libro le persone sono chiuse dentro le mura di un’abitazione per loro scelta. All’epoca era accaduto anche un fatto di cronaca nera importante. Un bambino era stato ucciso dai genitori senza che nessuno potesse accorgersi della situazione che regnava in quella casa. Ad esempio, non andando più a scuola, gli insegnanti non erano più in grado di seguire il ragazzino. Questo episodio mi ha fatto pensare molto alle potenziali gravi conseguenze dell’isolamento».

A fine incontro Jewell ha anche rivelato alcuni dei co-protagonisti del sequel. Ma su questo è meglio tacere per non cadere nel peccato capitale dello spoiler.
Per chi volesse rivedere tutto l’incontro, questo è il link: www.youtube.com/watch?v=JUKaXW1uK0I