01 DICEMBRE 18:15 - Libreria Feltrinelli Duomo
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RAYMOND CHANDLER AWARD 2023

Feltrinelli
traduzione di Yasmina Melaouah

La mano di Nonnino si posa sulla testa del ragazzo. «Niente panico, eh? I Malaussène son roba facile. Loro, almeno, sappiamo dove stanno».
Kebir ha un attimo di esitazione prima di chiedere: «Ci vado da solo?».
Nonnino gli concede il suo sorriso bonario. «No, piccolo, non preoccuparti, ti do tre uomini».
Kebir sente il freddo dell’anello. «Vai tranquillo», mormora Nonnino. «Quando sei sul posto, poi, ti concentri bene. La cosa importante è il risultato. Li beccate, recuperate la Schoeltzer, e poi…» Nonnino gli ha afferrato l’orecchio. «E poi finisci di far pulizia». Una pausa. «Li elimini. Tutti e tre. Anche la ragazzina». Gli tira piano il lobo. «Perché un testimone, Kebir mio, testimonia».

Nato a Casablanca il primo dicembre 1944 – quasi un segno del destino pensando al Rick di Humphrey Bogart –, di origini corse e provenzali, cresciuto in Africa e poi a Nizza dove si è laureato in lettere, Daniel Pennac è stato prima di tutto insegnante e ai ragazzi ha dedicato, anche dopo l’affermazione come scrittore, molta parte della sua produzione, compresa una celebre avventura a fumetto, Lucky Luke contro Pinkerton, firmata a quattro mani con un maestro del noir mediterraneo come Tonino Benacquista nel 2010. E proprio per il suo impegno per la pedagogia nel 2013 è stato insignito della laurea ad honorem all’Università di Bologna. Dopo aver esplorato la fantascienza (due opere), la narrativa per ragazzi e la saggistica, nasce per caso la saga di Malaussène, che si snoderà attraverso nove romanzi. È successo in Brasile, dove per caso Pennac scopre il romanzo di genere mystery o hard-boiled e a questo si appassiona al punto che, usandolo da grimaldello per fantasia e creatività, per oralità e moralità, diventerà un grande scrittore. La prima volta nel 1985, a quattro mani con uno pseudonimo: Binario morto, una sorta di spy-story pubblicata in collaborazione con gli amici Jean Bernard J. B. Pouy e Patric Raynal, arrivato in Italia nel 1997, magistralmente tradotto da Luigi Bernardi. Pouy e Raynal provocano Daniel sostenendo che non è in grado di scrivere da solo un vero e proprio giallo. Pennac raccoglie la sfida, scommette e così nascono, per la Série Noire di Gallimard, Benjamin Malaussène, investigatore involontario, e la sua stramba famiglia, protagonisti delle storie scritte tra il 1985 e il 2023. Nel mezzo una sua grande passione, il teatro, che Pennac frequenta sia come drammaturgo che come interprete dei propri monologhi o di testi classici come Bartleby Lo scrivano, una storia di Wall Street di Herman Melville, portato in scena anche in Italia nel 2012. Ma a teatro porterà anche un omaggio a Fellini, nel centenario della nascita, con una lettura de La legge del sognatore al Piccolo Teatro di Milano il 20 gennaio 2020. Celebre e amatissimo dal pubblico per la scrittura umorale e versatile, attraversata dal gusto del paradosso e dell’iperbole, virtuoso di una lingua personalissima e colorita capace di trascorrere dal vernacolo allo stile prettamente letterario, Pennac crea un universo di persone semplici, di maschere del suo tempo radunate negli anni intorno all’«omino» Malaussène, in cui l’autore riversa la sua visione del mondo. Il teatro dell’opera di Pennac è il quartiere parigino di Belleville, altro grande protagonista fin dal primo romanzo: un luogo povero, sporco e sgarrupato, ma vivace e accogliente, brulicante di vita e di umanità, tra arabi, africani, muezzin che salmodiano dalla finestrella di un bagno e cous cous servito a tutte le ore accompagnato dall’immancabile pastis. Un ritratto splendido di un universo il cui successo editoriale viene attribuito da «Le Monde» al sentimento di prossimità che il lettore prova con i Malaussène.