Marcello Simoni presenta il suo nuovo romanzo. Un articolo di Erika Patruno

Dopo essere intervenuto nella giornata di sabato a Casa Manzoni, Marcello Simoni, storico e scrittore, ha trasportato il pubblico del Noir in Festival nell’affascinante trama del suo nuovo romanzo, La taverna degli assassini.

Un cozy crime, così lo definisce l’autore che, attraverso le tinte di un giallo in costume, nella cornice del Granducato di Toscana, conduce immediatamente il lettore nell’atmosfera dei romanzi classici del genere. Una vicenda che si svolge in luoghi meravigliosi e dove il lusso è padrone della scena.

«Perché hai scelto un’ambientazione storica»? Chiede John Vignola, moderatore dell’incontro. «Il giallo – risponde Simoni – è l’unico genere che permette di stringere un rapporto tra autore e lettore, è un gioco tra le parti. E l’ambientazione storica non fa altro che potenziare questo aspetto poiché garantisce un ulteriore livello di immedesimazione».

La relazione dell’autore con il lettore è lo stesso che Simoni instaura con i suoi personaggi. Investigatore e indagati giocano una metaforica partita a scacchi in cui le linee di demarcazione si mescolano di continuo e dove il vincitore non è chi ha maggior tecnica ma chi possiede più sangue freddo.

Marcello Simoni, grazie alla sua abilità nella scrittura dona al suo protagonista la giusta dose di freddezza e apatia. Caratteristiche che lo rendono un detective simile ai grandi detective della letteratura di genere.