Presentato alla libreria Rizzoli, I milanesi si innamorano il sabato. Abbandonata la Rimini di Costanza Confalonieri Bonnet, questo nuovo romanzo di Gino Vignali si insinua comunque tra le pieghe dei suoi lavori precedenti.
Articolo di Vittoria Villa

«Succedono tante cose ai milanesi il sabato, anche di innamorarsi». Queste le parole di esordio del moderatore John Vignola, che danno il via alla presentazione del nuovo romanzo firmato dallo scrittore milanese Gino Vignali, alla Libreria Rizzoli. Intervistato dal giornalista Stefano Tura, Vignali ha introdotto I milanesi si innamorano il sabato (Solferino), rivelando a un pubblico composto da appassionati lettori, il percorso creativo seguito per dar vita a questa nuova, attesa opera.

Protagonista è l’ispettore Giovanni Armani, costretto ad affrontare un complesso shock professionale. Vignali non nasconde l’obiettivo, in questa circostanza, di dar vita a un protagonista che rispecchi il prototipo dell’investigatore tradizionale. Ciononostante, non abbandona il suo stile e l’impegno di creare personaggi «normali», ripresi dai suoi precedenti racconti. Si può infatti parlare di un vero e proprio «romanzo cross-over», come lo definisce Vignola, in grado di riunire l’intera bibliografia di Vignali (con veri e propri personaggi di storie precedenti che diventano comprimari in questo nuovo libro), ma lasciando all’autore la possibilità di ripartire da zero con inediti protagonisti.

Il titolo, invece, «è un omaggio a Giorgio Scerbanenco», sostiene Vignali, riferendosi al romanzo (quasi omonimo, ma con una vena certamente più cruda) I milanesi ammazzano al sabato. Lo scrittore non nasconde la profonda ammirazione nei confronti dell’autore di origini ucraine, sostenendone il merito di aver dato alla letteratura noir una dignità ben precisa e conservata nel tempo.

Emerge, inoltre, la città di Milano come ispirazione. «Ti senti parte di questa scuola milanese?», domanda Tura a Vignali, che annuisce energicamente. L’autore evidenzia quanto la sua scrittura abbracci il lavoro di scrittori come Beppe Viola, Gianni Brera, citando anche Enzo Iannacci. E sottolineando come questa realtà artistica milanese racchiuda in sé arti differenti (dalla letteratura al cinema, dal teatro alla danza). Si tratta però, come sostiene Vignali, di «sbocchi diversi verso un unico fiume», facendo risaltare il ruolo cardine di Milano come città viva dal punto di vista artistico e culturale.
E dunque non rendendo un caso che questo incontro si sia tenuto proprio nel cuore di questa città-ispirazione.