Si spegne a 83 anni un Maestro del cinema di genere, premiato nel 2016 al Noir in Festival con il Premio Luca Svizzeretto

Ci sono almeno quattro vite nella storia di Ruggero Deodato, che del Noir in Festival è stato travolgente protagonista nel 2016, quando ricevette l’Indipendent Spirit Award dedicato alla memoria di Luca Svizzeretto e destinato ogni anno a premiare un geniale Maverick del nostro cinema di genere.

La sua prima vita è quella da musicista autodidatta, attore giovane per divertimento, aiuto regista per passione, che culmina nella bottega di Roberto Rossellini (Il generale della Rovere) ma anche di Sergio Corbucci (gli esterni di Django portano tutti la sua firma).

La seconda comincia col sodalizio con Antonio Margheriti, che lo farà debuttare alla metà degli anni ’60 dopo la fortunata avventura dei fantascientifici titoli del “quartetto Gamma” a cui si ispirarono perfino Kubrick e Lucas per l’inventiva casalinga degli effetti speciali. Laureato regista in proprio con Gungala la pantera nuda (1968) finisce presto a dedicarsi ai Caroselli e alla TV per non dover far cinema all’ombra della sua prima moglie, Silvia Dionisio, promossa a diva del cinema popolare dei primi anni ’70. In quel periodo dirigerà però due dei tre thriller che gli hanno dato fama da regista del poliziottesco, come Uomini si nasce, poliziotti si muore (1976) scritto da Fernando Di Leo.

La terza vita coincide col successo planetario di Cannibal Holocaust che nel 1980 lo promuove ad autore di culto perseguitato dalla censura e idolatrato dai patiti dell’ horror, da Tarantino a Eli Roth, fino a Oliver Stone. La sua trilogia dei cannibali e il violento  thriller La casa sperduta nel parco (1980) sono oggi oggetti di culto.

La sua vita più recente e ricca di omaggi in tutto il mondo è stata segnata dall’amicizia coi compagni d’avventura nell’ultima onda del cinema fatto da artigiani con idee, ironia, cinefilia e gusto per i generi. Noi del Noir che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare i racconti mirabolanti di una vita irripetibile, abbiamo ritrovato in lui il senso autentico della stessa passione che ci guida da sempre. Insieme a Ruggero Deodato c’erano i generali del miglior cinema di genere che ogni anno abbiamo voluto salutare e premiare: Lucio Fulci, Umberto Lenzi, Enzo G. Castellari, Fernando Di Leo e pochi altri. Oggi uno di loro, Sergio Martino, lo ricorda così: “Ho appena saputo che Ruggero Deodato, ci ha lasciato. Con lui ho diviso una stagione bellissima di cinema. Abbiamo iniziato praticamente insieme un percorso parallelo che in questi anni di rivalutazione del nostro cinema, ci ha  “goliardicamente” portato in giro per il mondo, insieme. Ciao Ruggero!”

Giorgio Gosetti
Lo staff del Noir in Festival