Ciao sceriffo

Caro Andrea, il conto dell’ultima cena questa volta lo paghiamo noi e non come avresti voluto tu, davanti a una birra aspettando l’ora fonda della notte, più adatta al bourbon. Ti sei alzato da tavola prima di noi e ci viene una voglia matta di correrti dietro dicendoti che è troppo presto, che abbiamo bisogno di te, che eri e resti unico, che il nostro noir sei tu e che anche Milano non può fare senza  di te. Andrea Pinketts alla fine è stato il Cornell Woolrich dei nostri tempi e per il noir italiano rimarrà lo scrittore che ha raccolto il testimone di Giorgio Scerbanenco. C’era a Cattolica negli anni ruggenti del Mystfest, c’era a ogni edizione del Noir in Festival, ci ha accompagnati nella "sua" Milano all’inizio della nuova avventura del nostro festival e c’era questo anno per il suo amatissimo Premio Scerbanenco.

Cattolica lo nominò Sceriffo (con tanto di patente comunale), il Mystfest lo ha riconosciuto col Premio Tedeschi, il Noir lo ha premiato per la sua unicità e per il talento che non si sarebbe mai potuto arginare, proprio come la sua fame di vita. 
Ricordarlo stasera è fargli un torto: lui era uno di noi, migliore di noi, e tale resta anche se ha deciso di fare due passi nella stanza accanto. Intanto ti aspettiamo in libreria. Il ritorno di uno dei tuoi romanzi più sinceri e autobiografici, Lazzaro vieni fuori è il più bel regalo che ci potessi fare. Non vediamo l’ora di rileggerlo (e per alcuni di noi di scoprirlo).

ĞMe lo vedo dritto e in piedi come Cyrano l’ultima sera. Lo sento ruggire e ridere, mi passano davanti agli occhi mille occasioni insieme. Fidati, Andrea. Il tuo premio per i 30 anni del Noir è già pronto e ti spetta. Quella sera brinderemo insieme. E per il conto...c’è tempoğ. [Giorgio Gosetti]

ĞMaledetto amico mio caro Andrea Pinketts. Abbiamo fatto vedere e sentire le tue parole aprendo il Noir a Milano, il 3 dicembre, hai augurato a noi e a te lunga vita ed era invece uno dei tuoi soliti scherzi. Uomo bello e dannato, talento incontenibile e disordinato, divoratore di vita di libri e di donne, ma soprattutto di whisky. Ci volevi un gran bene Andrea, e noi tutti ne volevamo a te, senza Pinketts e i suoi eccessi il festival non era se stesso. Mi sa che più di tutti però ti volevo bene io, anche se mi chiamavi showgirl, anzi proprio per quello. Mica ti posso dire addio Pinketts, e quando mi ti levo di torno? Maiğ. [Marina Fabbri]

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