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Edizione 2012
 
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  Così parlarono gli scrittori (2)  
 
 11/12/2007 
Åsa Larsson
Il sangue versato
La mia Svezia è quella del Circolo Polare Artico, ed è molto vicina alla Russia e alla Finlandia. I personaggi, dunque, sono più simili ai russi e i finlandesi che agli svedesi. Hanno lo stesso senso dell’umorismo.
 
Io sono andata via da Kiruna per studiare. Poi sono tornata. Esattamente come Rebecca, la protagonista dei miei libri. C’è un senso di estraneazione perché Kiruna è una città operaia, e passando un periodo lontani, frequentando l’università, si torna diversi.
 
Quando ho iniziato a scrivere è accaduto attraverso delle immagini che avevo in mente. Fotografie di amici, persone che avevo incontrato. Un punto di partenza che non significa che poi tutto questo si traduca nella storia. Non voglio imprigionare i miei personaggi dentro l’immagine di persone reali, dentro un punto di vista unico. Anche se volevo costruire un personaggio femminile, Rebecca non sono io.
 
 
Jeff Linsday
Il nostro caro Dexter
Non c’è mai una risposta precisa alla domanda da dove provenga l’ispirazione. Credo che tanti scrittori risponderebbero che non si sa bene da dove arrivino le idee.
 
L’idea di creare un detective simpatico, mi è venuta per caso. Quindi, a quel punto, ho dovuto lavorare soltanto sul modo di renderlo piacevole agli occhi del lettore. Ho fatto tante ricerche psicologiche analizzando i detective della letteratura, e questo mi ha aiutato molto a dargli un carattere reale.
 
Miami ha un lato oscuro: sia reale, perché è pericolosa, piena di criminalità e dominata dai cartelli della droga, ma anche immaginario. Ci sono delle somiglianze con la Los Angeles degli anni ‘30: sono spazi con un ambiente quasi cinematografico ma pieni di vuoti. Miami mi pare un set perfetto per ambientare un noir.
 
Sono stato giardiniere, metalmeccanico, ho fatto il giornalista, il detective, ho cantato in un night club, ho insegnato equitazione, ho anche fatto l’allenatore di calcio per ragazzi. Ho un curriculum invidiabile.
 
Il lavoro di detective è generalmente molto noioso. Non è divertente aspettare di fronte a casa di qualcuno guardando se esce, senza neanche potere andare a fare pipì.
 
 
Biagio Proietti
Io sono la prova
Ho sempre scelto di rendere protagonisti dei miei lavori persone come noi. Non ho mai pensato a poliziotti, ispettori e via dicendo. In questo caso ho cambiato, ho voluto una protagonista donna capo della squadra mobile, come nella realtà non ce ne sono da nessuna parte. Ad ogni modo sono rimasto fedele a un impianto narrativo psicologico, esistenziale, che poco ha a che fare con le indagini della scientifica.
 
In questo romanzo ho sentito il bisogno di mettere quello che amo: Paolo Conte, Bob Dylan, Raymond Carver, Dashiell Hammett e Raymond Chandler.
 
Sulla televisione di oggi ho molti dubbi. Volevo fare il remake di Dov’è Anna?, in sei puntate ma Mediaset ne voleva realizzare quaranta. Non capisco questa necessità di voler rendere tutto seriale. Io preferisco ancora lo sceneggiato.
 
 
Serge Quadruppani
In fondo agli occhi del gatto
Questo libro è un romanzo non un saggio. Sono interessato alla vita dei miei concittadini, di qualsiasi luogo siano. Non credo a quei discorsi che cominciano con “noi francesi, noi italiani”. Certo, non posso trascurare la dimensione politica che circonda e attraversa le persone in ogni momento della loro vita. Ma non amo particolarmente quelle domande che si riferiscono alle parti del mio libro che parlano di fatti politici realmente accaduti perché non rappresentano il momento centrale del libro. Non si può compiere una riduzione del genere.
 
Nel romanzo si affronta il tema della crudeltà, perché fa parte del nostro mondo. L’economia mondiale è crudele, fa uso della crudeltà.
 
Ho cercato di dare spessore ai personaggi mostrando le loro ragioni. Inizialmente possono essere l’uno il buono, l’altro il cattivo. Ma poi le cose cambiano, si complicano, hanno degli sviluppi.
 
Michel mi assomiglia, per questo mi arrabbio quando dicono che è uno sfigato, io non mi sento affatto uno sfigato.
 
Sono contento di aver portato tanti autori italiani in Francia. Penso ad esempio a Camilleri, che ho tradotto quando forse non era ancora famoso in Italia. È un modo per mostrare mondi diversi. Ogni scrittore rappresenta un mondo.
 
 
Simone Sarasso
Confine di Stato
Sono un maestro d’asilo di sostegno. E forse molti genitori dei miei alunni avranno votato per me al Premio Scerbanenco. Ma qualche lettore ci sarà pur stato!!! Comunque per me è un successo stare qui, nella cinquina che si contende il Premio.
 
L’esigenza narrativa è superiore alla fedeltà storica. Ovviamente la documentazione è stata una parte importante nella concezione del libro. In primo luogo affrontando inizialmente il caso Montesi, ho avuto accesso a molti materiali. E lì ho scoperto l’Italia di quel periodo. Dai resoconti, dalle carte prodotte dalla burocrazia ci si può rendere conto che la nostra non è una storia alla Ian Fleming. È qualcosa di mediocre e molto più reale. Detto ciò, la Roma che ho descritto me la sono inventata, immaginata.
 
Questo primo libro fa parte di una trilogia. La seconda parte tratterà gli anni Settanta, verso i quali avverto una maggiore empatia. Il periodo che ho descritto adesso è cupo, buio, se penso ad esempio al caso Mattei e tutto quello che ha attraversato il nostro Paese dal dopoguerra fino ai Sessanta. L‘ultima parte arriverà al primo governo Berlusconi, il 1994.
 
 
Rebecca Stott
Il codice di Newton
Scrivendo questo libro ho cercato di indagare su una serie di delitti che hanno a che fare, simultaneamente, con il passato e il presente, con la Cambridge di Newton e quella di adesso.
 
L’argomento di fondo consiste nello scoprire come facciamo a conoscere le cose. Fino a che punto siamo in grado di spingerci per arrivare alla conoscenza? Questa era l’idea di Newton, un uomo assolutamente preso da questo demone.
 
Ne Il codice Newton, da una parte c’è l’alchimia, relazionata con la magia e la stregoneria. Dall’altra c’è la scienza, precisa ed empirica. Ho usato la genesi dei delitti per indagare sui limiti che separano l’irreale dal reale, l’irrazionalità dalla razionalità.
link
Il sangue versato
Il nostro caro Dexter
Io sono la prova
In fondo agli occhi del gatto
Premio Scerbanenco-La Stampa: Confine di Stato
Il codice di Newton