La notte è piccola per il noir
di Marina Fabbri e Giorgio Gosetti

Fin dalla sua nascita questo festival è stato unico nel suo genere per la capacità di far correre di pari passo cinema e letteratura nel segno di un unico fulcro tematico. A questo grumo centrale di emozioni, atmosfere, stili e forme espressive chiamato noir, abbiamo negli anni aggiunto incursioni motivate nella storia e nella cronaca, nella graphic novel e nei new media, nei territori dell’orrore e delle paure infantili, nei generi della spy story e della fantascienza, nel gotico e perfino nel western. La stella polare rimane però la stessa: cercare nell’inconscio individuale e nel disagio sociale le ragioni del fascino perturbante di quella paura collettiva che ha segnato il secolo scorso e attanaglia, ancor più sfuggente e ancor più urgente, il secolo in cui viviamo.

Le congiunture sociali ed economiche di questo periodo hanno in parte - inutile negarlo - inciso sulla preparazione del programma della nostra XXIX edizione. A Como abbiamo trovato negli splendidi spazi neoclassici di Villa Olmo una cornice adeguata alla tradizione del festival sulle rive del Lario e la consueta, felice coincidenza di intenti con la Città dei Balocchi che a inizio dicembre ridisegna la città come uno spazio fantasy di innegabile suggestione grazie all’impegno degli Amici di Como e al sostegno dell’amministrazione comunale. A Milano abbiamo confermato una felice intesa con l’università IULM, il cui campus è vitale territorio di scambi tra la dimensione di un festival internazionale e il pubblico giovane, mentre La Feltrinelli di Piazza Duomo si apre - come ogni anno - agli incontri con gli scrittori più famosi e attesi.

Nel progetto di quest’anno si individuano quattro tendenze che vale la pena di sottolineare: da un lato la fortissima - e ormai costante - complicità tra gli scrittori di genere e il prodotto cinematografico. È il caso di Donato Carrisi, ormai proiettato a una doppia carriera di narratore con le parole e le immagini; di Maurizio De Giovanni, Giancarlo De Cataldo e Gianrico Carofiglio, fertili suggeritori di storie per il cinema e la serialità. Ma anche di talenti non italiani come Håkan Nesser, il nuovo astro del noir svedese che porta al festival la trilogia di Intrigo o del Premio Chandler, Jonathan Lethem che della memoria cinematografica è attento osservatore e che fa risuonare di echi visivi le sue storie, dentro e fuori la tradizione del noir. Dall’altro la "nuova onda" prettamente cinematografica che caratterizza oggi molti paesi di lingua ispano-americana con ben tre opere nel concorso internazionale per il cinema che arrivano da Cile, Argentina e Brasile e portano suggestioni inedite capaci di rinnovare la nostra idea di genere. Una nuova onda che riverbera anche in letteratura, con la prova metafisica in nero di uno scrittore affermato a tutto campo come Antonio Moresco.

A questi due punti di riferimento si aggiunge la passione del festival per ricorrenze importanti come gli ottant’anni di Batman (ispiratori dell’immagine dell’anno) e i settanta di un classico come The Third Man di Carol Reed che da decenni alimenta leggende e curiosità circa la sua genesi e che oggi riporta in vita un’Europa post-bellica di inquietante attualità. Infine, grazie al Premio Caligari ideato tra IULM e Noir, l’attenzione al thriller italiano nelle sue forme più contemporanee. Per questo il festival diventa occasione di scoperta (o riscoperta) delle migliori opere dell’anno per quel pubblico giovane che troppo spesso passa a lato della creatività del nostro cinema e che invece, nei giorni del festival a Milano si appassiona a una gara di eccellenza; proprio come nel caso del Premio Scerbanenco per la letteratura italiana. A proposito del nume tutelare del giallo italiano, ricordiamo i cinquant’anni della sua morte con un incontro realizzato insieme agli studenti del Master di Giornalismo di IULM e dedicato a Scerbanenco giornalista.

Quest’anno a fare da testimonial ideale di un cinema che, usando il genere, parla un linguaggio contemporaneo in cui impegno civile e memoria storica tornano a incontrarsi, è un maestro come Marco Bellocchio a cui vogliamo rendere omaggio nell’anno de Il traditore proprio quando l’università IULM lo celebra con la laurea Honoris Causa. 
In mezzo, il festival riserva un consueto pacchetto di protagonisti, racconti, film in anteprima che confermano l’unicità della formula ideata ormai ventinove anni fa e resa vitale in ogni edizione, dalla creatività di chi "pensa in noir" a tutte le latitudini.
Mai come quest’anno siamo grati a chi ha voluto sostenere e accompagnare il nostro viaggio: alle persone, ai partner, alle istituzioni, ai produttori e distributori, alle case editrici, ai volontari, agli amici del festival. Il merito del successo è soprattutto loro. La conferma del successo è nelle mani del pubblico giovane.     

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