XXV edizione
8/13 Dicembre 2015

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Storia di numismatici, scrittori e libri noir
di Irene Bignardi

Sapete che cos’è il Brasher Doubloon? Be’, per cominciare, è una rarissima moneta, il Doblone di Brasher appunto, coniata privatamente negli Stati Uniti a partire dal 1787, quando Ephraim Brasher, un celebre argentiere e medaglista, propose allo stato di New York di realizzare delle monete in bronzo. Lo Stato di New York ci pensò su, ma decise di no, per il momento non voleva battere moneta bronzo. Brasher per un po’ i suoi dobloni se li coniò da solo, facendone anche una versione in oro. E i dobloni sono diventati tra le monete più preziose del mondo (recentemente uno è stato battuto all’asta per 7,4 milioni di dollari). Così preziosi e celebri che un Brasher Doubloon è il motore, il Mac Guffin, la red herring di un noir di Raymond Chandler, Finestra sul vuoto, ma non solo, ne parlano Lawrence Block in Il ladro che studiava Spinoza e John Bellairs in The Mansion in the Mist.

È stato molti anni fa. Un’idea che mi è venuta una sera, meditando su quale potesse essere il premio "fisico" da offrire ai grandi scrittori del mondo del noir che avremmo premiati con il Raymond Chandler Award, il nascituro riconoscimento che avevamo in progetto di creare, con l’affettuosa complicità di Ed Victor, rappresentante dei diritti letterari degli eredi Chandler, molto felice di cederci il prestigioso nome del padre di Marlowe per riconoscere i grandi maestri del genere.

È stato molti anni fa, un quarto di secolo, mentre stavo a Londra per lavoro, che si pose urgentemente, dunque, il problema dell’oggetto da trovare per il premio di quel festival del noir che allora si chiamava ancora MystFest. E la risposta è venuta sfogliando un "tutto Chandler" tradotto da Oreste del Buono, che portavo con me.

Come no, il Brasher Doubloon. Che oltre a essere un oggetto allusivo a Chandler, per via di La finestra sul vuoto, era anche molto bello. O così credevamo. Chi l’aveva mai vista, una moneta che valeva quanto un appartamento (nella sua versione più modesta)?

Nelle ore libere cominciai a battere metodicamente i numismatici di Londra. Non era ancora epoca di Internet, trovare le informazioni era complicato, e non ho l’animo del detective. Quando finalmente trovai da un numismatico di Piccadilly, dopo molte "buche" e molti taxi, un doblone, la mia curiosità e gioia nel vederlo insospettì non poco il proprietario del medesimo.

Peggio ancora, quando cercai goffamente di spiegargli quello che intendevo farne. Averlo in prestito per farlo copiare dal gioielliere romano che generosamente era disposto a farne un’imitazione. Per carità. Il doblone era bello e impossibile. Quello con cui partii trionfante era una... fotocopia. Che come tutte le fotocopie non era perfettamente in scala e non dava idea dello spessore della moneta. E infatti il "nostro" Brasher Dobloon è un po’ più largo e più sottile, ma sempre bellissimo.

Il primo premiato fu Graham Greene, e il doblone glielo portai io nella sua casa (modestissima, spartana) di Antibes, dove brindammo al suo premio con un bel bicchierone di vodka (erano le undici di mattina). Il secondo andò a Leonardo Sciascia. Poi a Scott Turow. Poi a John le Carrè, che, pur resistente ai premi, cedette e venne a Courmayeur a riceverlo. Continuammo per venticinque anni fino a creare un Gotha del noir (ma attenzione, l’ordine secondo cui sono stati assegnati i premi non costituisce una scala di valore). E naturalmente continuiamo. Io, in quanto direttore all’epoca della creazione del premio, possiedo un falso, bellissimo Brasher Doubloon. L’ho portato con me a Courmayeur. Accetto prenotazioni da chi vuole ammirarlo.

P.S.: A proposito di Graham Greene e di Chandler. I destini dei grandi del noir si intrecciano in maniera curiosa. L’eredità letteraria di Raymond Chandler è andata alla sorella di Graham Greene, grande amica di Chandler, e madre di quel Graham Greene che è stato un importante dirigente della BBC. Che ringraziamo ancora, assieme a Ed Victor, per averci regalato una così preziosa etichetta per il nostro premio.