XXV edizione
8/13 Dicembre 2015

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Anatomia zombie

«L’horror è sempre stato considerato un genere di nicchia. Grazie a The Walking Dead non solo è stato sdoganato a un pubblico vastissimo ma ne è stata finalmente messa in luce quella componente intrinseca di metafora e critica sociale che l’ha sempre reso un contenuto squisitamente noir»; è con queste parole che Chiara Poli, autrice del libro C'è un solo leader. Anatomia della serie TV The Walking Dead, ha introdotto l’incontro The Walking Dead, dentro e oltre lo schermo, al quale erano presenti anche Luca Rochira (Programming Director Entertainment Channels - Fox Channels) e Mattia Nicoletti (giornalista di "Metro").

«Lo stesso Rick Grimes - spiega la Poli - è un personaggio molto noir, che vive sul confine della moralità e legalità, cupo, ambiguo, imprevedibile, con il quale lo spettatore tende a identificarsi. L’aspetto inerente l’apocalisse zombie e gli stessi non morti in TWD perdono progressivamente d’importanza passando in secondo piano rispetto ai contenuti, che potrebbero definirsi un’evoluzione del discorso di critica sociale inaugurato da Romero e incentrato soprattutto sulla perdita di identità dei personaggi e la critica al consumismo; ci troviamo così catapultati in un mondo senza tecnologia, nel quale l’uomo è costretto a tornare alle proprie origini, scontrandosi con i propri istinti e l’obbligo di prendere delle decisioni scomode. E poi, ovviamente, c’è la paura del diverso».

Proprio a riguardo di quest’ultimo aspetto, estremamente attuale in tempi segnati da cupi avvenimenti come quello contemporaneo, si pronuncia anche Luca Rochira: «In TWD prende progressivamente corpo un assioma: "Se sei solo, muori". I protagonisti cercano in tutti i modi di ricostruire un piccolo nucleo sociale grazie al quale andare avanti, e questo nonostante le varie aberrazioni comunitarie che si trovano ad affrontare nel corso delle serie, ultima tra le quali Alexandria. Molti critici hanno letto in quest’ultima una rappresentazione del mondo americano, che continua a vivere con spensieratezza nonostante la persistenza, al di fuori di confini presumibilmente sicuri, di una minaccia incombente, quella dell’ISIS, metaforicamente rappresentata dagli zombie».

Nonostante TWD e altre serie analoghe continuino a essere quasi ignorate da premi più mainstream, come gli Emmy, l’impatto che i non morti ideati da Robert Kirkman hanno avuto sul pubblico è stato enorme. Anche in Italia. «Nel nostro paese - racconta Rochira - l’abbiamo inizialmente programmato in seconda serata. La risposta del pubblico è stata però ottima, con una platea più ampia di quella che si saremmo aspettati, sia per età, non solo ragazzi ma anche molti adulti, che per sesso, moltissime le spettatrici donne. Così abbiamo deciso di spostarlo in prima serata senza che questo abbia suscitato polemiche legate ai contenuti molti forti della serie».

Il segreto di TWD, però, non è legato solo alla sua critica sociale e all'ibridazione di generi (nasce come fumetto), ma anche al fatto che «Kirkman, così come George R. R. Martin, è un maestro nel tenere alta la tensione, suggerendo che i protagonisti possano morire in qualsiasi momento. È questo il cliffhanger del ventunesimo secolo», conclude la Poli.

Appuntamento dunque al 15 febbraio, quando Fox trasmetterà l’episodio 6×09, No Way Out, in onda negli Stati Uniti il 14 Febbraio 2016 sul canale AMC.