XXIV edizione
9/14 Dicembre 2014

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Italia in noir


Il Premio Giorgio Scerbanenco - La Stampa 2014 quest’anno ha proposto cinque finalisti con biografie molto diverse, dall’ex magistrato e senatore Gianrico Carofiglio in competizione e vincitore con Una mutevole verità (Einaudi), una specie di debutto nel romanzo poliziesco, all’ingegnere, consulente aziendale, oggi dirigente della Luiss Guido Carli di Roma, Roberto Costantini, Premio Speciale della Giuria, che con Il male non dimentica (Marsilio) chiude la Trilogia del Male. E poi il più votato dal pubblico del web, Romano De Marco che alterna l'attività di scrittore alla professione di responsabile della sicurezza per un istituto di credito, giunto in finale con Io la troverò (Feltrinelli), noir con protagonista Marco Tanzi, poliziotto caduto in disgrazia, ora clochard, e forse in cerca di redenzione dopo che sua figlia Giulia è scomparsa misteriosamente.

A completare la cinquina,
Nicola Lagioia selezionatore della Mostra del Cinema di Venezia, giornalista e una delle voci della rassegna stampa culturale di Radio3, Pagina3, che con La ferocia (Einaudi) entra negli oscuri legami e segreti di una famiglia di costruttori pugliesi, e infine Marilù Oliva, autrice di saggi e scrittrice per il web, collaboratrice tra gli altri di «Carmilla», arrivata all’atto finale del Premio con Le sultane (Elliot), romanzo nel quale tre donne particolari che abitano in un palazzo di Bologna sono costrette a dagli eventi a stravolgere la loro vita.

Prima che si conoscesse il vincitore, accompagnati da intervalli musicali di Luca Covri, i cinque finalisti hanno incontrato il pubblico nella tradizionale sede del Jardin de l’Ange. Un’occasione per rinfrescare la memoria ai lettori che hanno già avuto il piacere di leggere i cinque gialli dell’anno, ma anche per stimolare la curiosità di coloro che hanno mancato l’appuntamento con il mistero all’italiana.

Al di là delle singole storie, delle ambientazioni, dei personaggi, del dilemma se un libro è giallo o noir, gli incontri moderati da Sebastiano Triulzi e John Vignola hanno prodotto una visione piuttosto condivisa (e negativa) dell’Italia e del suo presente. A partire dal primo intervento di Roberto Costantini che ha raccontato un aneddoto sulla realtà che supera la fantasia, a proposito di un romanzo che stava preparando su Roma e la criminalità e che in questi giorni è diventato fin troppo "ordinario" rispetto a quanto si sta scoprendo leggendo i fatti di cronaca. Per Costantini il male è in tutti noi e con pessimismo non resta che sperare solo nelle future generazioni.

Marilù Oliva, parlando del proprio libro, ha sottolineato le innumerevoli difficoltà degli anziani a vivere un’esistenza normale, fatta di necessità e desideri, in un mondo che pare produrre un immaginario a uso e consumo dei più giovani. A chiudere il primo incontro, Romano De Marco che in
Io la troverò, quasi a completare il quadro disegnato dai suoi predecessori, ha voluto tratteggiare un mondo abitato da persone sconfitte.

Nel secondo incontro Gianrico Carofiglio, qui a Courmayeur anche per presentare
La regola dell’equilibrio, ha proseguito sulla falsariga dei suoi predecessori tornando sui fatti di cronaca che hanno coinvolto la capitale. Per il vincitore del Premio Scerbanenco, quello che sta succedendo a Roma non può suonare affatto come una sorpresa. Naturalmente le inchieste e i reportage non sono sufficienti, e bravi sono stati gli inquirenti a trovare le prove. Ora, sempre per Carofiglio, non si tratta solo di stabilire una verità giudiziaria, ma di riqualificare l’intera sfera politica di questo paese. Infine, Nicola Lagioia con il suo romanzo ambientato a Bari, ha voluto raccontare attraverso i misfatti di una famiglia, il marcio che in un ambito più generale è presente in Italia.

Dunque, cinque romanzi, cinque immaginari, per un paese a tinte noir.