XXIII edizione
10/15 Dicembre 2013

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Cuori di ghiaccio
Alex Brendemühl e Stefano Incerti
presentano Wakolda e Neve


Wakolda, candidato argentino agli Oscar 2014 e vincitore di 10 premi su 16 nomination ai Premios Sur è il quarto film in concorso della XXIII edizione; la regista, anche autrice dell’omonimo romanzo da cui il film è tratto, è Lucia Puenzo, che con XXY ha già conquistato nel 2007 a Cannes il premio della Settimana della Critica e il Grand Golden Rail, aggiudicandosi anche il premio per il miglior film straniero in lingua spagnola ai Goya 2008.

L’attore spagnolo Alex Brendemühl, parlando del lavoro sul suo personaggio - il tristemente celebre Josef Mengele - la definisce un’esperienza estremamente interessante: «Non volevamo delineare un protagonista cattivo, ma creare un uomo ricco di sfumature, affascinante per certi versi, che spingesse lo spettatore a un sentimento di empatia. Ho cercato di rendere Mengele simile al mito che si ha di lui e quanto più credibile possibile». Questo, però senza venir meno a una condanna del personaggio, inserita in una più ampia critica sociale rivolta all’Argentina e ad altri paesi che, al tempo, «permisero a personaggi come Mengele di vivere mantenendo integra la propria ideologia deviata».

Entrando, invece, nello specifico del lavoro registico, Brendemühl racconta: «Lucia Puenzo ha eliminato la componente letteraria dal film, focalizzandosi su un elemento ricorrente della sua poetica: lo sguardo sul corpo. Il modo in cui il protagonista guarda il mondo, le persone attorno a sé, è quello di uno scienziato che lavora in un laboratorio, così convinto dell’ideologia nazista da continuare stolidamente a cercare di comprendere il segreto della purezza della razza. Questo è il motivo - prosegue - dello scarto tra l’impressione che Mengele dà di sé e quello che è in realtà: all’apparenza, come si evince da molti racconti dell’epoca, è un distinto signore, affabile, affascinante, amante della musica, disponibile, ma con un atteggiamento che nasconde, in realtà, un’osservazione degli esseri umani distaccata, fredda, raccontata ad esempio in un quaderno dove annotava i cambiamenti fisici della famiglia con cui viveva».

Una freddezza che permea anche i cuori dei due protagonisti di Neve, il nuovo film di Stefano Incerti presentato ieri sera, sempre in concorso, dagli attori Roberto De Francesco e Esther Elisha, dal produttore Dario Formisano e dal co-autore della sceneggiatura, Patrick Fogli.

«La neve - racconta Stefano Incerti - è il ghiaccio che ha nel cuore il protagonista, il suo logoramento per la vita della figlia che va lentamente spegnendosi. Entrambi intraprendono un percorso che ravviva questa freddezza come il calore di una brace».

«Neveprosegue il regista, parlando della gestazione del film - è un progetto che abbiamo fortemente voluto, girato in soli diciotto giorni e senza il sostegno dei finanziamenti del ministero. Avevamo un piano di lavorazione impossibile, ma volevamo lanciare un segnale forte, ovvero che anche in Italia è ancora possibile produrre film indipendenti, liberi da condizionamenti di ogni sorta. Penso di aver realizzato, nel complesso, un film "trasparente", semplice, senza ostentazione nella regia, al servizio dei volti degli attori».

Anche Esther Elisha non esita a definire la lavorazione di Neve "avventurosa": «È stato il mio primo ruolo da protagonista e non ero preparata a quest’esperienza, sentivo fortissima la pressione di dare il meglio di me nel tempo a disposizione. Sono molto grata a Stefano e Patrick per aver accolto molte mie proposte e perplessità».

«Sappiamo - dice Stefano Incerti, a proposito della difficoltà che molto spesso i film italiani incontrano nel ricevere sostegno dallo Stato, emersa nel corso dell’incontro da diversi interventi ed evidenziata anche dal produttore Dario Formisano - che in Italia è quasi impossibile che film come quelli realizzati da Haneke e Kaurismaki, per esempio, ricevano un sostegno statale, ma non per questo ci arrendiamo. Girare Neve è stata un’esperienza complessa ma che mi ha regalato tantissimo, e sarei pronto a rifarla».